Nervosa riunione tra Francesco Serra ed Enrico Panunzi insieme ad altri che hanno sostenuto il progetto di mettere insieme, alle elezioni comunali, le due liste contro il Partito democratico.
Alla linea del già candidato a sindaco, che, evidentemente molto preoccupato delle conseguenze che deriveranno dall’essersi messo a capo della congiura, ha cercato di ragionare a voce alta sulla possibilità di trovare un’intesa con la maggioranza per rientrare nei ranghi, ha fatto da contrappeso quella del consigliere regionale, che, senza se e senza ma, ha ribadito che non si torna indietro.
Mostrando una sicurezza, che non si comprende da dove deriva, Panunzi ha infatti sostenuto che esistono ormai due Pd e che quindi non c’è, politicamente, alcuna ragione per risanare la frattura. Ovviamente, le cose non stanno affatto come dice lui: il Pd è uno e, come prevede lo statuto, chi si schiera contro ne viene automaticamente messo fuori. Sospeso almeno per due anni in attesa di capire se esistono le condizioni per essere riammesso. Falso quindi pensare e dare ad intendere agli altri, come fa appunto Panunzi, che “tanto Renzi ormai non conta più”. Si tratta di una visione della realtà del tutto personale, frutto, chissà, di allucinazioni per il troppo stress accumulato durante la campagna elettorale.
Fatto sta che alla fine, di fronte alla voce grossa di Panunzi e alle sue argomentazioni espresse con tanta determinazione, si sono per il momento adeguati tutti gli altri, i quali però sanno benissimo che la loro vicenda all’interno del Pd si sta inesorabilmente concludendo. Bisogna solo aspettare che le procedure tecniche facciano appieno il loro corso.
Come si sa, la sospensione scatta automatica per tutti quelli che ci hanno messo la faccia in prima persona, cioè per i candidati appunto come Serra, mentre per tutti gli altri faranno fede le prove di altra natura che sono state raccolte. Nel caso di Panunzi e Alessandro Mazzoli parlano le foto che li ritraggono accanto a Serra durante la campagna elettorale. C’è poco altro da aggiungere.
Una curiosità: al momento non esisterebbero prove dirette solo per l’assessora Alessandra Troncarelli. Evidentemente Zingaretti le avrà saggiamente consigliato di tenersi per quanto possibile alla larga dalla confusione a cui stava partecipando da primo attore il suo mentore locale sul territorio.