Viterbo al voto per il ballottaggio in un clima fin troppo estivo per immaginare code ai seggi. Oltretutto, il secondo turno delle comunali ha sempre funzionato così, indipendentemente dalle condizioni meteo, e non solo a Viterbo.
Sulla carta non ci sarebbe storia: da stanotte il nuovo sindaco di Viterbo dovrebbe essere Giovanni Arena, che al primo turno ha staccato Chiara Frontini di quasi 30 punti. Ma mai dire mai: i ballottaggi hanno infatti spesso riservato sorprese, anche se va detto che stavolta la mancanza di apparentamenti sembra escludere per la Frontini il soccorso del popolo di centrosinistra. Circostanza ancora più vera per il fatto che in molti ambienti viene fatta notare la sua contiguità con la destra.
Ma al di là di queste considerazioni politiche, che lasciano il tempo che trovano e che in un’epoca caratterizzata da elettorati sempre più mobili potrebbero non essere più opportune, l’attenzione di tutti dovrebbe essere puntata sull’affluenza. Viterbo al primo turno ha già dimostrato di non essersi appassionata troppo ai temi proposti dai candidati, né ai candidati stessi: hanno votato infatti solo il 64 per cento degli aventi diritto, il 3 per cento in meno di cinque anni e il 21 per cento in meno del 2018, quando venne eletto sindaco Giulio Marini.
La disaffezione della gente dovrebbe essere motivo di riflessione generale, ma dubitiamo – e nessuno ce ne voglia – che ci sia qualcuno capace ancora di riflettere. Di sicuro, chiunque vincerà avrà il consenso di una parte minoritaria della città, ciò a dimostrazione di un panorama politico che, al di là delle piazzate sui social e delle giornalate sui siti amici, negli ultimi 10 anni ha prodotto assai poco sia tra le fila delle due maggioranza all’opera, per i noti problemi politici che tutti conoscono, sia tra le fila delle rispettive minoranze che si sono candidate e si candidano ad ereditarne il posto. Il pericolo è che da domani, al di là di chi vinca, ricomincino tutti ad ostacolarsi l’uno con l’altro, tenendo in ostaggio la città. E questo i viterbesi l’hanno capito benissimo, seppure dovrebbero domandarsi perché la città esprima questo ceto politico e darsi le conseguenti risposte.