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Home » Politica » L’odio e il rancore. Così è stato spaccato il Pd. Ma certa stampa lo nasconde

L’odio e il rancore. Così è stato spaccato il Pd. Ma certa stampa lo nasconde

13 Giugno 2018

Consigliamo, a chi è interessato, la lettura, in questi giorni, di certa stampa, che, per dare sfogo alla sua faziosità e prezzolata partigianeria, stravolge la verità senza vergogna col fine ultimo di rendere verosimile la sperata e non riuscita eliminazioni dell’odiato nemico.

Motivo per cui, leggendo i commenti post elettorali e vedendo l’oscuramento e l’attacco forsennato messi in atto in campagna elettorale contro il Pd e Luisa Ciambella, c’è da gridare al miracolo per il risultato che è stato raggiunto. Da sola e contro tutti, la coalizione del vicesindaco uscente, sostanzialmente un’area che ha generato tre liste, ha ottenuto infatti il 12.50%, arrivando terza ed eleggendo 3 consiglieri. Ciò nonostante, i prezzolati megafoni del padrone parlano di debacle, sostenendo che il Pd scende da 12 a 3 consiglieri. Il bello è che adesso parlano di 12, quando prima avevano sempre detto che quell’area era composta solo di 5 unità, dal momento che 7 erano della corrente serra-panunziana, che – appunto pur con 7 consiglieri uscenti – di nuovi ne ha eletti solo 2.

Chissà perché questa stampa non parla di coloro che sono usciti dal Pd: Serra, Panunzi, Mazzoli, i quali, spalleggiati da Civita e Zingaretti, come topi hanno abbandonato la nave quando pensavano che non servisse più, perché stava per affondare. Serra, Panunzi e Mazzoli: loro che per anni hanno lucrato incarichi e prebende. Prendete Serra: non lo dice nessuno che il suo schierarsi così sfacciatamente contro il partito è stato premiato dalla Asl con un incarico rarissimo, eppure è quanto accaduto. Non lo ricorda nessuno il rancore che ha covato dal giorno dopo in cui perse le primarie contro Michelini, eppure è la verità. Né qualcuno scrive che due mesi fa ha spaccato tutto per non accettare la larga consultazione avvenuta tra gli iscritti.

Sostenute da Panunzi, Mazzoli e Sposetti, le liste di Serra, composte da tutte le aree del Pd tranne i moderati, hanno preso il 10%, cioè il 2.5% in meno delle liste che sostenevano la Ciambella. Eppure, nonostante ciò lui pontifica, annuncia un nuovo partito pure a livello nazionale, il tutto mentre certi giornalisti si ostinano ancora a scrivere che è del Pd ben sapendo che ne è stato messo fuori automaticamente.  La revoca della tessera per almeno due anni è arrivata a lui, a tutti i candidati che si sono messi di traverso e a chi ha sottoscritto e pubblicamente sostenuto le due liste del rancore.

Per taluni però occorre mistificare e stravolgere. Si tratta degli ossessionati dall’esistenza di un Pd non guidato dai comunisti, un Pd che per questo motivo ,a loro modo di vedere, dovrebbe finire. Peccato però che anche stavolta gli è andata male. Serra & C. si vedevano al ballottaggio vincitori con tutti i traditori e invece si ritrovano a casa senza partito e con tanti problemi (ora è bene che si concentrino per risolverli).

Non si può infine non menzionare Smeriglio e Valentini, anche loro contro il Pd, schierati con Filippo Rossi. Peccato: hanno fatto la fine dei pifferi di montagna.

Nessuno scrive dei caffè mattutini di Panunzi & C. con il centrodestra in vista del ballottaggio, né dell’accordo che l’ex sindaco di Canepina avrebbe stretto in vista 4 marzo con Fratelli d’Italia: un po’ di voti della destra a lui candidato in Regione, in cambio di un po’ di voti suoi al candidato della destra alla Camera. Per non parlare del candidato panunziano nella lista di FdI per le comunali.

Viste le vicende romane di stretti rapporti tra centrodestra e sinistra emerse in queste ore, non stupirebbe se a Viterbo la sinistra serra-panunziana si alleasse con Arena  per onorare il patto con Fratelli d’Italia. Come sempre, chi è più avvezzo a gestire il potere che a fare politica sceglie infatti non con la coerenza degli ideali, ma con la forza della gestione. Dovrebbero però ricordarsi che Vignanello e Valentano dimostrano, come Viterbo, che i patti del potere e dell’odio finiscono male. Chi vivrà vedrà.

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