Viterbo non può buttare all’aria questa occasione elettorale, i cittadini non possono permettersi di sprecare il loro voto. L’unica scelta credibile, nonostante le polemiche che strumentalmente hanno spesso coinvolto l’amministrazione Michelini, è il Partito democratico, da cui a livello nazionale è destinata a ripartire l’alternativa al governo Lega-M5S.
Non esiste più nella nostra città il centrodestra: sia perché, come dimostrano le reazioni di Silvio Berlusconi alla nascita del governo Conte, a Roma è stata decretata la morte dell’alleanza Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia; e sia perché, a livello locale, ancora peggio, viene riproposta la stessa formula con le stesse persone che hanno governato per 20 anni con i risultati che tutti conosciamo.
Non sono credibili neanche le liste civiche, messe insieme da candidati a sindaco, che, per paura di non essere eletti alla carica di consiglieri comunali, a cui ambiscono per propri interessi personali, si affidano alla somma delle preferenze dei singoli candidati della loro squadra. Allo stesso modo, non sono credibili le liste del rancore, capeggiate da chi negli ultimi 5 anni ha messo i bastoni tra le ruote all’amministrazione uscente come reazione alle proprie ambizioni frustrate dalle regole della democrazia.
Il Pd si merita dunque l’opportunità di continuare il lavoro intrapreso nel 2013, un lavoro lungo e faticoso a causa del dissesto lasciato in eredità dal centrodestra, ma destinato a mostrare presto i propri frutti. Luisa Ciambella ha per questo motivo messo insieme una squadra giovane, animata da una grande voglia e da una grande passione, oltre che da un forte senso di appartenenza e di unità, condizioni, quest’ultime, imprescindibili per governare bene.
In queste settimane, assistendo agli interventi dei candidati a sindaco che hanno partecipato ai vari confronti, sono emerse un paio di cose da non sottovalutare:
1) a parte il vicesindaco uscente, nessuno, a cominciare dai giovani rampanti, ha proposto uno straccio di idea per risolvere concretamente i problemi della città. Non si è fatto altro che ripetere a memoria alcuni slogan, senza avanzare proposte serie, progetti realizzabili e credibili. Qualcuno ha addirittura sbandierato ricette buone solo per difendere le proprie aziende. E’ inaccettabile. Insomma, totale incapacità, eccezion fatta per la buona volontà, ad esempio, di Massimo Erbetti, che, però, forse solo tra dieci anni, cioè dopo tanta esperienza da maturare sul campo, potrebbe essere in grado di entrare nei meccanismi dell’amministrazione;
2) l’usato sicuro rappresentato da Giovanni Arena e Francesco Serra, essendo stati tutti e due per anni e anni all’interno del Comune, mostra una garanzia già scaduta. Del secondo non si riesce a ricordare un solo progetto, si ricordano invece benissimo le battaglie contro chi l’aveva sconfitto alle primarie del 2013, sfociate nel continuo stillicidio alla base di tutte le difficoltà politiche di Michelini e infine nella nascita di un nuovo partito. Di Arena, che dire? Non è forse l’erede di quel centrodestra che ha governato per vent’anni con i risultati che tutti conoscono? Oggi lui e la sua lista parlano di progetti e buona politica, ma perché non li hanno fatti prima? Parlano di buon governo, ma dimenticano di dire che sono stati costretti a pagare centinaia di migliaia di euro per danno all’erario sulla vicenda Cev, senza considerare l’appalto sui rifiuti, da loro e non da altri predisposto, o la vicenda Esattorie, tanto per restare ai disastri più importanti.
I viterbesi sappiano che per amministrare servono coerenza e capacità, due doti che in questo momento solo il Partito democratico può vantare.