“Vi informo che di fronte a questo tipo di esternazioni ho sporto querela. Non l’ho fatto tanto per me, ma per tutelare la dignità di tutta la comunità democratica che da queste parole si sente offesa. Bisogna porre senza tentennamenti un argine ad un linguaggio che incita alla violenza e al disprezzo del pensiero altrui. Da chiunque provenga, fosse pure Di Battista senior.
Lo ha annunciato, dalla sua bacheca Facebook, il presidente del Pd Matteo Orfini.
Vittorio Di Battista, che ormai usa il social network come un manganello incurante dei riflettori nazionali puntati addosso, aveva dato ad Orfini del sorcio in un post del 3 giugno. Si intitolava “Prudenza” ed era in perfetto stile Littorio.
L’annunciata querela di Orfini non sembra aver scosso più di tanto Di Battista senior, che ha già un’indagine a carico per offese all’onore del capo dello Stato, e che è tornato alla carica con un altro post dall’irridente titolo “Le mie prigioni”. Il succo del discorso è di mussoliniana memoria: “Me ne frego”.
“In attesa di trascorrere gli ultimi anni della mia vita negli accoglienti appartamenti del Grand Hotel Regina Coeli, comincio a raggruppare scritti, ricordi e sensazioni passate e presenti. Chiedo scusa a chi si dovesse essere sentito offeso dai miei giudizi e prometto solennemente di cambiare atteggiamenti ed epiteti – ha scritto l’incorreggibile Vittorio – .Da oggi il Grullo lo chiamerò “il veritiero”, il sorcio diventerà “topolino” e il portatore di protuberanza emorroidale con tendenza a destra, si trasformerà in “guancia di velluto”. In questo modo spero di ottenere la clemenza della Corte ed il perdono dei grandi personaggi offesi”.