Chi dice che il conflitto di interessi non esiste dice una bugia. Il conflitto di interessi c’è eccome pure a Viterbo. Ad esempio nella sanità, dove non si può essere controllore e controllato allo stesso tempo. Non è questione di prendere l’aspettativa se eletti, come dice qualcuno per difendersi, ma di moralità.
Non è morale ascoltare le testimonianze di chi, nel silenzio del direttore generale della Asl, va a visitarsi e, per avere ciò che gli spetta, si sente chiedere il voto. Non è morale dire a queste persone – tra promessa e minaccia, tra bastone e carota – “io ci sarò, se ti serve”. Non è morale che un artigiano o un ristoratore che deve ottenere autorizzazioni dalla Asl si senta chiedere il voto da chi deve rilasciare il documento.
Dopo il voto di domenica molto sarà detto da chi dovere, ma è grave che il direttore generale fa finta di non sapere per poter dire, ad elezioni passate, che non sapeva. E che dire di dirigenti di primarie prestazioni fin troppo ciarlieri che mescolano doveri d’ufficio con la politica ed il lavoro (o i lavori)? Vedremo dopo il 10…