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Home » Politica » “Lotta alle disuguaglianze prima di tutto”

“Lotta alle disuguaglianze prima di tutto”

5 Giugno 2018

Riproponiamo, con l’aggiunta di un paio di domande inedite, un’intervista a Luisa Ciambella uscita qualche giorno fa sul Corriere di Viterbo.

La possibilità di elezioni politiche imminenti, a livello nazionale, può modificare il rapporto lacerato con la minoranza del Pd (Enrico Panunzi/Francesco Serra)?

Ritengo che la situazione politica nazionale con il governo M5S-Lega produce sicuramente una sofferenza all’interno del centrodestra. Può partire il primo governo populista e sovranista tra gli stati fondatori dell’Europa con tuto quello che questo comporta nei rapporti tra la Lega e Forza Italia e in rapporti con gli elettori che hanno votato una coalizione di centrodestra, alternativa ai 5Stelle, e si trovano un governo populista. Ancora di più, quando il contratto recita un patto di non belligeranza tra le due forze a livello nazionale come locale. Quindi se il Governo parte sarà una nuova coalizione che non è più il centrodestra. Il Partito democratico ha fatto chiarezza prima del voto. C’è un solo Pd, c’è un solo candidato sindaco per il Pd. Abbiamo preso atto che alcuni hanno deciso di dar vita a livello locale, ma anche a livello nazionale, visto gli imbarazzanti silenzio a difesa delle istituzioni democratiche e del Presidente Mattarella, ad un nuovo e diverso soggetto politico. Si tratta di una scelta che li ha posti fuori e contro il Partito democratico e la coalizione di centrosinistra. Hanno avviato un nuovo percorso con noi alternativo. Credo che gli elettori del Partito democratico debbano tener conto che l’ 11 giugno  si confronteranno i voti della Lega, dei 5 Stelle e del Partito democratico, quest’ultimo perno di uno schieramento anti-populista, responsabile, a difesa dei risparmi delle famiglie, dell’impresa, dei tassi di interesse dei muti presi dai cittadini e di coloro che vorranno accenderli dei nuovi.

In caso di ballottaggio, lascia aperte le porte a qualche alleanza? E con chi?
Il ballottaggio si costruisce su progetti di città e valori condivisi di onestà, trasparenza, impegno per una politica del Bene Comune che sappia sempre anteporre gli interessi generali a quelli particolari. Insomma, una scelta politica di discontinuità con il consenso a qualunque costo, perché oltre a vincere bisogna governare e la condivisione del progetto e la coesione della maggioranza che si creerà è fondamentale perché le parole diventino fatti e non si ripetano errori che il centrosinistra ed anche il centrodestra nel passo hanno commesso. Saremo aperti al dialogo e al confronto con tutti, ma alla luce del sole e con trasparenza perché l’alleanza per vincere prima di tutti vogliamo farla con i cittadini, con la società civile, con le associazione, con il mondo del volontariato, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che più che predicare bene intendono praticare nei fatti con impegno le cose in cui credono. 
I fatti nazionali (Lega/M5S: sì, no, forse) potrebbero determinare una crepa in quella che il candidato di Forza Italia Giovanni Arena ha definito l’invincibile armata?
In questo momento politico parlare di invincibile armata mi sembra inverosimile. La destra si presenta agli elettori con una coalizione che a livello nazionale potrebbe non esistere più. Con la Lega azionista di maggioranza che si è presentata con un programma e ha fatto un contratto di Governo con quelli che per tutta la campagna elettorale erano ritenuti alternativi e pericolosi per il Paese. In attesa della flat-tax, Salvini, ci ha somministrato la Salvini-Tax con lo spred di questi giorni e i milioni e milioni di euro delle famiglie e delle imprese bruciate che potevano essere utilizzati per fare cose utili. Tutto questo non può non pesare sulla coesione di una coalizione e sul giudizio che gli elettori della Lega avranno. Ritengo però che la scelta del sindaco debba avvenire sulla base del confronto di progetti, di programmi per la città e per il paese. Per questo ritengo che il silenzio del candidato del centrodestra, Giovanni Arena, nei confronti di un franco confronto pubblico con me che da tempo lo invito sia anche molto probabilmente l’espressione di questa preoccupazione o di questa fragilità. Io sono sempre di attesa di confrontarmi prima del voto del  10 giugno. 
Chi può concretamente insediarle il posto al ballottaggio?
Ritengo che il naturale confronto per il Comune per il ballottaggi non potrà che essere tra me ed Arena. La destra ha governato 20 anni questa città prima della giunta Michelini. Abbiamo trovato un comune con tante difficoltà, ma ci presentiamo al voto avendolo sistemato, lasciando cantieri per quasi 15 milioni di euro tra opere realizzate e in fase di realizzazione. Come il Rifacimento via Cairoli, la rotonda di via Genova, i 7 milioni di asfalti di cui 4 realizzati e 3 in fase di realizzazione, la Riapertura teatro dell’Unione, la riapertura museo civico e molto altro. Senza contare i 20milioni di euro della Legge Speciale sulle Periferie e del recupero delle aree industriali. 
Ritengo che il confronto da cui sfugge Arena sia da attribuire anche alla difficoltà di poter spiegare che non è ipotizzabile che dopo venti anni di destra, cinque anni di centrosinistra potessero sistemare tutto ciò che era stato sfasciato. E la fuga del confronto è sull’operazione verità che dovremo fare di fronte alla città: un esempio per tutti il dramma dei rifiuti è frutto di un appalto fatto dalla destra che ha prodotto tutti i disservizi senza dimenticare i due processi generati dalla Procura di Viterbo e Roma per lo smaltimento dei rifiuti. Insomma piacerebbe spiegare che in vent’anni di destra si sono prodotte più cause penali e presso la corte dei conti delle opere realizzate. 
I punti salienti del programma del suo programma?
Le fragilità e l’impoverimento dei viterbesi sono al centro del nostro impegno.  La città che vogliamo costruire è la Viterbo che tutti abbiamo nel cuore. Una città bella, dalle  periferie al centro storico, dai quartieri fuori le mura ai luoghi della cultura. Una città universale dove tutti vivono con la consapevolezza che chi amministra Viterbo non intende lasciare indietro nessuno. Pianificheremo un intervento straordinario per l’abbattimento delle barriere architettoniche dove ognuno potrà muoversi liberamente. Dove l’attenzione alle politiche sociali sarà prerogativa degli investimenti pubblici. Per rispondere alla grave esigenza abitativa prevederemo uno stanziamento annuale di 200 mila euro per l’housing sociale, in particolare per la locazione calmierata in modo da dare opportunità di alloggi anche a chi resta fuori dalle graduatorie delle case popolari. Ci concentreremo sulla cultura e sull’economia del turismo puntando su piano di marketing internazionale capace di portare le presenze turistiche a 600 visitatori all’anno. Predisporremo un nuovo piano per l’urbanistica condiviso con i cittadini in modo da migliorare i luoghi della città: dal centro, alle periferie, alle frazioni. Vogliamo intervenire sulle aree industriali non solo in termini di riqualificazione ma lavorando politicamente per chiudere l’annosa vicenda dei collegami con Roma e Civitavecchia e ancora di più il raddoppio della Cassia. Insieme ai viterbesi costruiremo una città che che sa valorizzare il talento e offre le migliori opportunità di vita ai giovani, che è attenta alla stabilità delle famiglie, che è accessibile e inclusiva, che sostiene la formazione, la scuola, l’università e le politiche occupazionali, che fornisce a tutti servizi efficienti”.
Nel recente congresso, la Uil ha detto, tra le righe, di voler occupare uno spazio lasciato vuoto dalla politica: che ne pensa?
Io per convinzione ritengo che ciascuno di noi debba fare bene il proprio lavoro. Io non sarei capace di fare il lavoro importante e difficile dei sindacati. I corpi intermedi, i sindacati, sono essenziali per la vita della nostra città; il confronto con loro è importante nell’ambito dei principi costituzionali di solidarietà e sussidiarietà. Se l’osservazione voleva evidenziare una situazione complessiva di incomprensione, anche di fronte allo spettacolo delle piroette di Di Maio e Salvini di questi giorni che hanno detto e fatto tutto e il contrario di tutto – Di Maio che ha aggredito il Capo dello Stato e ha parlato poi di leale collaborazione, che hanno affermato cose per i quali giornali e istituzioni hanno certificato non essere vere -, io non parlerei di vuoto della politica ma di assenza della politica, di politica con la P maiuscola che è frutto di studio, di lavoro, di coerenza e d’impegno. L’esatto contrario dell’improvvisazione, dell’arroganza e del pressappocchismo. Se il vuoto della politica si riferisce ad una domanda di più politica, di una politica seria e attenta che mette al centro l’uomo e la sua dignità, il suo rispetto nei diritti inalienabili, allora io dico che è vero e che i cittadini debbano scegliere chi questa politica con la P maiuscola prova a portata avanti con coerenza determinazione e onestà.

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