La campagna elettorale ci ha presentato un quadro di città e di aspiranti amministratori pubblici su cui bisogna riflettere attentamente. Infatti, se per il Parlamento nazionale può anche capitare di sbagliare – d’altra parte si tratta di candidati lontani da noi – per il Comune, che è casa nostra, non possiamo assolutamente permettercelo. Dobbiamo essere esigenti.
Il centrodestra non esiste più, la coalizione è morta nel momento in cui la Lega si è alleata con il Movimento 5 Stelle: come si può votare per una maggioranza litigiosa in partenza, come dimostra la scelta del candidato a sindaco, ed ora addirittura morta? L’elettore molti di questi personaggi li conosce oltretutto bene dato che calcano il palcoscenico da più di 20 anni: alcuni sono inoltre noti più per i processi in cui sono stati coinvolti che per le cose fatte.
Ci sono poi le liste del rancore, ma soprattutto del potere: incoerenti, complici di fatto della Lega e della destra. Presentano nomi provenienti da enti asserviti (altro che case di vetro), piegati alla volontà del politico di turno. Enti pubblici ad uso privato. Leggeremo a breve di promozioni,
E ancora: ci sono le liste di chi va alla perenne ricerca di finanziamenti regionali e locali, vestendo contemporaneamente i panni del politico e dell’imprenditore, oltre che del grande prenditore di contributi. Sono le liste di chi punta a far vivere bene la propria impresa, narrando di farlo per Viterbo.
Infine, c’è il modernariato che avanza. E’ quello rappresentato da certe esperienze di destra che si presentano con un look rifatto, spacciandosi per novità. Su di esse gravano le ombre di inconfessabili mentori e di strane manovre con la Lega.
La campagna elettorale ha anche messo in risalto una certa stampa locale che definire di parte è poco. Una stampa faziosa che occulta le notizie, oscura alcuni candidati e ne esalta altri. Che distorce, inventa, crea fake news e nega la verità ed il confronto. Una stampa molto sensibile alla pubblicità, come avremo modo di leggere a breve nelle determine con cui sono stati distribuiti contributi palesi ed occulti. Si sveleranno così i legami inconfessabili che uniscono un potere trasversale arrogante e debordante.
Infine, abbiamo conosciuto chi con umiltà e determinazione ha rotto con un certo passato, generando liste nuove e coese, stroncando improvvisazione e rancore, combattendo da sola contro tutti, risalendo la china attraverso il contatto con la gente, i delusi e gli ultimi. Viterbo può avere il suo sindaco donna, può, scegliendo bene, avere la sua Ciambella di salvataggio e ne ha proprio bisogno.
Annio da Viterbo