Ormai il Movimento 5 Stelle è sempre più il partito della contraddizione. A livello nazionale ha dato vita ad un governo di destra insieme alla Lega e sarà interessante vedere la sintesi che troveranno insieme (se le troveranno) su argomenti scottanti che chiamano in causa le politiche sull’immigrazione e le unioni civili, temi a cui è particolarmente sensibile l’elettorato di sinistra su cui il grillismo ha fatto presa, senza considerare la dicotomia di fondo su alcune questioni economiche cruciali quali il reddito di cittadinanza o la stessa flat tax, che sembra più funzionale agli interessi del Nord che a quelli del Sud. A livello locale, cioè nella Tuscia, cresce intanto l’insofferenza di molti contro la deriva xenofoba che rischia di verificarsi con la nascita di questa alleanza, come dimostrano alcune dure prese di posizione dell’ex parlamentare Massimiliano Bernini.
Ma anche in Regione, in questa fase, stanno emergendo, da parte consiglieri pentastellati, atteggiamenti molto discutibili. Non manca di farlo notare Adriano Palozzi di Forza Italia dopo quanto è successo in occasione dell’approvazione degli assestamenti di bilancio: “Gli eletti del Movimento 5 Stelle – dice – sono davvero disposti a tutto pur di affermare la loro bramosia di potere. Lo abbiamo visto a livello nazionale, dove hanno fatto di tutto pur di arrivare a un insensato governo gialloverde. E lo hanno confermato anche in Regione Lazio, dove (due giorni fa, ndr) era in discussione la manovra di bilancio 2018. Pur di vedere approvati i propri emendamenti, infatti, sono andati col piattino da Zingaretti, votando poi l’astensione al documento economico e finanziario. Una astensione ‘interessata’, una prova di incoerenza bella e buona, che smentisce quanto professato in questi anni: insomma, la maschera grillina dei duri e puri si sta lentamente sgretolando”.