In vista delle elezioni comunali i viterbesi si devono interrogare sulla politica cittadina. In questo senso una cartina di tornasole è rappresentata dalla vicenda del 118, l’emergenza sanitaria di cui tutti potremmo avere bisogno, la cui sala operativa, all’improvviso, trasloca a Rieti.
Ad eccezione della candidata a sindaco del Pd, Luisa ciambella, che ha preso posizione con una lettera aperta al presidente della Regione del suo stesso partito per chiedere la sospensione del trasferimento, colpisce il silenzio di tutti gli altri candidati. Ecco il perché a nostro avviso.
Cominciamo dai candidati sindaci medici Francesco Serra e Claudio Taglia, che sono prigionieri del loro conflitto di interessi: se difendono i viterbesi devono litigare con il direttore generale della Asl e con la Regione, il loro datore di lavoro, da cui dipende il loro futuro. Quindi meglio evitare.
Il candidato Filippo Rossi vive delle attenzioni della Regione per Caffeina: c è chi dice che da Roma lo sostengano. Ergo: non facciamo innervosire quindi la Pisana per difendere il 118 dei viterbesi.
La innovatrice Chiara Frontini difende le cose banali, fa la paladina di qualunque causa ma qui tace: è proprio vero che le battaglie giuste non sono quelle utili per i cittadini ma quelle che danno visibilità e che non si devono condividere con altri.
La grande Paola Celletti della lista Beni comuni difende, in nome della salute dei viterbesi, le cure termali nell’ex stabilimento Inps ma non l’emergenza del 118. Misteri delle elezioni.
Il pentastellato Massimo Erbetti, così come la Blasi in Regione, non pervenuto: forse sono distratti, forse non conoscono il 118, o forse li spaventa cimentarsi con un impegno concreto e fattivo.
Il silenzio di Giovanni Arena e la destra sono semplici da capire: nella continuità con il passato, aggiungono alla sudditanza a Roma anche quella al sindaco di Rieti.
Insomma, questa vicenda ci aiuterà a capire come per certi politicanti la politica sia ancora attenzione a interessi di parte e non al bene comune. Ma soprattutto: meglio non disturbare mai i manovratori, che poi possono ricordarselo.
Annio da Viterbo