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Home » Politica » Nel 2013 Michelini trovò un bilancio disastrato, c’era da mettersi le mani nei capelli. Ecco tutti i numeri

Nel 2013 Michelini trovò un bilancio disastrato, c’era da mettersi le mani nei capelli. Ecco tutti i numeri

25 Maggio 2018

L’amministrazione Michelini si congeda dopo 5 anni molto complessi. Non sono mancate le polemiche, fomentate purtroppo da un’opposizione per nulla costruttiva, che ha cercato di fare di tutto per distogliere l’attenzione sulle proprie responsabilità, ma alla fine, al di là delle chiacchiere, ci sono i fatti. C’è una realtà che non può essere confutata ed è quella rappresentata dalle difficoltà economiche che si è trovato ad affrontare il Comune per i buchi lasciati dalle precedenti amministrazioni. Se molte cose non sono state condotte in porto è per questo motivo. Abbiamo chiesto all’assessore uscente al bilancio di illustrare la situazione ereditata nel 2013 quando Michelini si è insediato.

di Luisa Ciambella

I viterbesi, giustamente, chiedono di fare molto di più e meglio di quanto non sia stato fatto. Visto che non sono una venditrice di sogni o una costruttrice di balle, credo sia utile rendere pubblici i problemi che hanno impedito ed impediranno di fare ciò che tutti noi vorremmo. Parlo a ragion veduta perché, con l’amministrazione uscente, mi sono occupata del bilancio. Un bilancio che nel 2013 abbiamo trovato devastato e terremotato, da mettersi le mani nei capelli.

Ma lasciamo la parola ai fatti, ai numeri.

  1. Il Comune paga ogni anno 800.000 euro di interessi passivi per un investimento sbagliato (un derivato) fatto dalle amministrazioni precedenti. Si tratta di soldi che siamo costretti a sottrarre alla spesa corrente e quindi alla capacità di investire in sistemazione delle strade, manutenzione del verde e tanto altro. In 5 anni la spesa destinata a questo capitolo è ammontata a circa 3 milioni e 800mila euro. Una cifra considerevole che poteva essere utilizzata per i servizi. Purtroppo non è dipeso da noi. Ma c’è di più: il contratto stipulato per questo “investimento” è regolato dalla legislazione inglese. Per impugnarlo e tentare di mettere fine a questo sperpero di risorse, un avvocato patrocinante in Inghilterra ci ha chiesto come anticipo iniziale sulla parcella 150mila euro senza fornire alcuna certezza sull’esito della causa. E’ questo il motivo per cui abbiamo deciso per il momento di soprassedere. Al danno avremmo rischiato di aggiungere la beffa.
  2. Come se non bastasse, abbiamo dovuto affrontare poi la grana di Esattorie: nel 2013, quando l’amministrazione Michelini si è insediata, mancavano 4.5 milioni di euro di tasse pagate dai cittadini e mai riversate nelle casse del Comune. Tutto ciò avrebbe compromesso definitivamente l’attuazione di qualsiasi programma amministrativo, per questo abbiamo dovuto intentare cause su cause. Mentre faticosamente cercavamo di riprenderci una parte dei soldi, circa 3.5 milioni, scoprivamo l’esistenza di molti furbi, amici degli amici, che non avevano pagato le tasse. Tasse che ora dovranno pagare, d’altra parte si sa: se pagano tutti, si paga tutti di meno.
  3. A questa perdita di risorse dobbiamo sommare circa 4 milioni di euro accantonati per i contenziosi derivati dalla gestione disastrosa delle partecipate: dal Cev alla Robur, alla Talete. Con un bilancio come quello del Comune di Viterbo immaginate le conseguenze che comporta la mancanza di circa 8 milioni di euro – a tanto ammonta il buco che abbiamo trovato – in termini di manutenzioni, servizi e investimenti.
  4. Sulle partecipate vorrei spendere qualche altra parola. Abbiamo trovato società in liquidazione, gravate da debiti, che producevano costi senza alcuna utilità. Parlo del Cev, del Centro agroalimentare, di Tusciaexpo. Per non parlare della Francigena, che, ereditata in disavanzo, siamo riusciti a riportare in equilibrio anche modificando il consiglio di amministrazione: da tre membri, ognuno dei quali percepiva la sua indennità, siamo passati all’amministratore unico.
  5. Infine, non posso non ricordare i contenziosi sui rifiuti, con costi aggiuntivi e servizi scarsi, gravati da vicende giudiziarie sia a Viterbo che a Roma, che parlano di frode e truffa, di spese sostenute dal Comune e non dovute. Cinque anni, i nostri, spesi a battagliare per recuperare soldi e mettere fine a un appalto fatto dalla precedente amministrazione, che ha causato grandi disservizi e molti costi.

(1- continua)

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