Se ne parla di meno, ma c’è anche la sanità tra i settori in cui vorrebbero mettere mano il Movimento 5 Stelle e la Lega quando vareranno (sempre se ce la faranno) il nuovo governo.
Oggetto di attenzione, in questo campo, è ad esempio il rapporto tra il mondo della sanità vero e proprio – quello fatto di medici, infermieri, ricercatori, produttori di farmaci – e le varie associazioni (sono numerosissime nel nostro Paese) di malati, familiari di malati e via discorrendo. In alcuni casi si tratterebbe quasi di piccole lobby che sembra abbiano un peso importante all’interno delle strutture pubbliche, ma non solo. Sarebbero infatti anche interlocutori privilegiati delle stesse case farmaceutiche o delle aziende che forniscono materiali e servizi sanitari. Esiste insomma, secondo M5S e Lega, un fitto sistema di relazioni che andrebbe normato per evitare situazioni che in qualche modo possano sfociare in conflitti di interesse più o meno evidenti e di varia natura. Nel mirino finiscono così anche tutte quelle attività collaterali, come i convegni, che, senza un’opportuna regolamentazione, possono risultare, per qualcuno, occasione di guadagno personale.
Il ruolo della associazioni in ambito sanitario è d’altra parte al centro del dibattito da parecchio tempo. Conflitti di interesse o comportamenti eticamente scorretti sono sempre dietro l’angolo e l’esigenza di intervenire sembra ormai improcrastinabile. Nasce da qui ad esempio la decisione del Tribunale per i diritti del malato di impedire ai loro presidenti di candidarsi: se lo vogliono fare devono quindi dimettersi, posto che nel momento in cui uno si schiera perde quell’autonomia di giudizio che deve stare alla base di qualsiasi associazione che vuole rappresentare tutti i cittadini indipendentemente dal loro credo politico.
Il problema riguarda ovviamente, e molto da vicino, anche la provincia di Viterbo.