Non esiste altra candidata del Pd e del centrosinista all’infuori di lei. Lei è Luisa Ciambella, che oggi nella sede dell’unione comunale dem ha presentato la lista ufficiale del partito, una delle tre che la sostengono nella corsa alla poltrona di sindaco di Viterbo.
La puntualizzazione della Ciambella è d’obbligo, dal momento che Francesco Serra, candidato della minoranza, ha rivendicato l’appartenenza al Pd di alcuni esponenti delle sue due liste civiche.
“Serra è un’ottima persona – ha sottolineato la vicesindaca uscente – ma con la sua scelta si è posto fuori dal Pd e dalla coalizione”.
La Ciambella ha rivendicato i quasi novemila voti conquistati alle regionali. Non sono bastati per farla entrare alla Pisana, ma hanno contribuito, sottolinea la candidata a sindaco, a far vincere il Pd e Zingaretti.
Una lista coesa, ha sottolineato la Ciambella, passando in rassegna gli uomini e le donne che la compongono, a cominciare dai consiglieri uscenti: Daniela Bizzzarri, Martina Minchella, Christian Scorsi e Aldo Fabbrini. Tra i big anche due assessori, Alvaro Ricci e Sonia Perà, l’ex assessore provinciale Antonio Rizzello e l’ex segretario comunale Stefano Calcagnini. Il criterio per selezionare i candidati? “Solo chi ha a cuore il bene comune e non le poltrone”
Non sono mancate le recriminazioni: “Tanti progetti sono rimasti bloccati in questi cinque anni a causa dei contrasti interni”, ha sottolineato la Bizzarri, chiarendo che è solo per Luisa Ciambella che ha deciso di ricandidarsi.
La candidata del Pd sente che l’aria rispetto alle politiche è già cambiata: “Il 4 marzo siamo usciti male dalle urne ma quello è il passato. La battaglia è aperta e il nostro avversario è il centrodestra”. Quanto ad eventuali intese al ballottaggio, l’aspirante sindaca non le esclude, ma in ogni caso saranno con “le forze più costruttive della città”.
Il programma è un work in progress: la Ciambella e il Pd nei prossimi giorni raccoglieranno proposte e suggerimenti nella sede del comitato elettorale che sta per essere inaugurato a Santa Barbara. Una scelta non casuale: “Dove c’è disagio sociale noi ci siamo”.