Sviluppo del turismo, che fa rima con termalismo. Riqualificazione delle periferie e valorizzazione del centro storico riportando gli uffici amministrativi e privati dentro le mura. Una cultura che vada al di là di poche grandi manifestazioni, ovvero Caffeina. Sono i principali desiderata che il segretario generale della Cisl pone all’attenzione dei candidati a sindaco di Viterbo a meno di un mese dalle elezioni.
“Il turismo – dice il sindacalista. – è il settore che, al momento, più di ogni altro, può offrire ampi margini di lavoro e progresso per il nostro territorio. Dobbiamo immaginare la nostra città come la meta di un viaggio, come una tappa di un tour che comprenderebbe affascinanti realtà limitrofe come Orvieto, Pitigliano, Sorano e Civitavecchia: collaborando con le amministrazioni di queste cittadine si potrebbe offrire un menù che soddisferebbe ogni palato di qualsiasi visitatore. Turismo vuol dire arte, archeologia, enogastronomia, cultura, natura, bioagricoltura, ecc. elementi che la nostra provincia e le cittadine sopra elencate possiedono in quantità e di alta qualità”.
Ma Viterbo, sottolinea Mannino, ha una carta in più: il termalismo. “Su questo punto auspichiamo che il definitivo recupero delle ex terme Inps possa concludersi con la prossima consiliatura. L’utilizzo delle terme non deve più solo riguardare l’aspetto terapeutico ma deve estendersi a una valenza turistica: nuove strutture ricettive, complementari a quelle già esistenti, permetterebbero alla città il salto di qualità tanto atteso anche a livello internazionale”.
Il segretario della Cisl batte poi sul tasto particolarmente dolente delle infrastrutture: “Ci auguriamo che il prossimo sindaco, prima della fine del suo mandato, veda il completamento della Orte-Civitavecchia e dia un importante contributo a far diventare il collegamento ferroviario con Roma adeguato a quello che un Paese industrializzato, nel terzo millennio, dovrebbe avere”.
Capitolo periferie. “Una cattiva politica culturale ha fatto sì che il fulcro commerciale – economico di Viterbo si sia spostato dal centro verso la periferia disperdendo risorse senza alcuna progettazione seria e provocando un triste depauperamento del centro storico. Le periferie devono vivere e svilupparsi; i quartieri, come quello di Santa Barbara, hanno necessità di un potenziamento delle infrastrutture, adatto al numero degli abitanti che vi abitano. Questo giusto processo non deve avvenire alternativamente alla rivalutazione dei quartieri medioevali siti all’interno della cinta muraria”.
Quanto al centro storico, sottolinea Mannino, deve abbandonare la definizione di “non luogo” che più le si addice osservandolo oggi: “Ciò può avvenire riportando gli uffici, amministrativi e privati, e le attività commerciali al ‘centro’ della politica, nel centro della città; dove si favorisca una circolazione del traffico sostenibile prevedendo parcheggi fuori le mura, per i non residenti, con servizi navette. Vanno poi recuperati tutti gli spazi in disuso e semiabbandonati convertendoli il luoghi d’arte, musica, teatro, laboratori, convegni, cinema e musei e destinandoli in primis alle realtà più serie e di eccellenza. Tutto ciò potrebbe portare alla costituzione di start up, cooperative e gruppi di lavoro che coinvolgano positivamente anche l’università della Tuscia con tutte le sue facoltà”.
Dal punto di vista culturale, “le poche ma grandi manifestazioni che oggi si svolgono a Viterbo in vari periodi dell’anno – continua il sindacalista – poco portano al cambiamento culturale dei cittadini, non li rendono più colti, più sensibili e consapevoli; a dimostrazione di questo le numerose librerie in chiusura o che si trasformano in cartolerie. Si deve intervenire sulla cultura della condivisione, sulla costruzione di una rete che coinvolga tutti gli operatori turistici, diffondere il wi-fi free su tutto il territorio”
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Secondo il segretario della Cisl è inoltre “necessario adottare una serie di attività che riguardino la promozione, supportino il marketing, sostengano commercialmente le imprese esistenti e stimolino la creazione di nuove società, va analizzata la domanda e l’offerta che si crea. Fondamentale per tutto questo è la creazione di un Centro di ospitalità locale: una struttura indipendente esterna agli operatori privati e pubblici, operativa per l’accoglienza e la vendita del territorio, articolata in front office e on line. Il Centro di ospitalità deve essere composto da un Centro di ospitalità centrale e più centri di ospitalità territoriali con i quali si stabilisca uno scambio di informazioni e una stretta collaborazione su ogni aspetto operativo e programmatico inerente il turismo”.