All’associazione culturale Next ci si prepara per l’appuntamento di mercoledì con Rubén Belloso Adorna. Il famoso artista spagnolo, uno dei massimi esponenti della pittura iperrealista al mondo, sarà a Viterbo per tenere un workshop dedicato al pastel pencils. In pratica, si tratta di un corso di pastello.
“Dopo tanti anni che lo seguiamo con passione e ammirazione profonda – dichiara Antonella Properzi, presidente della’associaizone – finalmente abbiamo la gioia indescrivibile e l’onore immenso di averlo come ospite presso il nostro studio d’arte di Viterbo. Un evento reso possibile grazie al contributo di Klimt Art, negozio viterbese di belle arti, e di Caran D’Ache, leader mondiale nel settore delle belle arti”.
Ruben Belloso Adorna è un pittore iperrealista che usa la tecnica del pastello morbido. Come si può leggere dalla sua biografia è nato a Siviglia e ha frequentato l’accademia delle belle Arti nella sua città natale. Ha cominciato ad usare i pastelli circa 8 anni fa. Lavorando per 8 ore al giorno tutti i giorni ha pian piano perfezionato la sua tecnica fino ad arrivare ai livelli che oggi tutti noi possiamo ammirare. Ha cominciato ad esporre circa 6 anni fa. Escludendo le opere commissionate e qualche altra eccezione, le sue opere sono prevalentemente ritratti di persone che vivono per strada.
Per l’incredibile realismo dei ritratti e dei dettagli delle sue opere, ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti, partecipando anche ad importanti esposizioni in Italia, dove effettua corsi di pastello, come questo in programma a Viterbo.
Dice di lui la critica: “Belloso Adorna è pittore fondamentalmente figurativo, sempre vicino alla realtà fisica con segno sicuro e con un cromatismo che sottolinea il trauma di una produzione che nasconde profonde riflessioni filosofiche, sottili elucubrazioni, continui turbamenti in una persona che non si limita ad una rappresentazione sterile, ma che vuole trasmettere con le sue opere messaggi sottintesi o manifesti di una interiorità, a volte serena, più volte tormentata. Siamo lontani dal verismo aneddotico: il ‘motivo’ naturale di fronte al quale si pone è filtrato dal suo bagaglio sentimentale ed è ricomposto sulla carta pervaso di un nuovo significato. I ritratti rugosi dei vecchi, gioiosi dei bambini, sereni delle mamme bianche o di colore, compassati dell’intellettuale, sono le sue radici che attraverso la continua rielaborazione della memoria si rinnovano e soprattutto si conservano”.
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