di Ugolino Conte
Che i difetti siano degli altri, è il pregiudizio che ci rende felici. Però nelVangelo sta scritto di non guardare la pagliuzza negli occhi del prossimo, ma la trave conficcata nei nostri. Anche in politica dovrebbe valere il monito evangelico, visto che della vita fa parte – e quale parte – l’attività politica.
Prendiamo ad esempio la questione del conflitto d’interesse. Attribuito a Berlusconi, può essere tranquillamente rimosso o archiviato dalla sfera del nostro operare. Certo, ci sono donne e uomini che non arretrano di fronte al dovere della coerenza e del rigore, simbolo concreto della buona politica. Non dobbiamo generalizzare.
Eppure, attorno a noi, si materializza silenziosamente l’ambiguità di una condotta omissiva, come se non esistesse alcuna remora ad affrontare una competizione amministrativa con il fardello della incompatibilità di fatto, in spregio a una regola di serietà e di rispetto, che viene prima e va oltre la legge, attingendo alla rettitudine della propria coscienza. Serra, infatti, si candida a Sindaco di Viterbo e nasconde il suo conflitto d’interesse. Se fosse eletto – e noi eleviamo magnanimamente a presupposto veridico questa ipotesi improbabile – sarebbe al suo ruolo di dirigente sanitario della Asl un sovrappiù di competenza e di potere, fino a sconfinare nell’assurdo. Il sindaco è figura centrale nell’ordinamento del Servizio sanitario: partecipa alla conferenza territoriale che assegna ai primi cittadini il compito di seguire e valutare il lavoro del direttore generale della Asl. Il nuovo sindaco di Viterbo è destinato a presiedere quell’organismo, assumendo perciò il profilo di Primo interlocutore del direttore generale, con una responsabilità politicamente sovraordinata.
Serra dunque ambisce alla sua brava doppia veste, con relativo conflitto, virtualmente alla pari di un Berlusconi: da una parte, come dirigente sanitario, dovrebbe mantenere la sua funzione professionale in subordine a quella del direttore generale; dall’altra, come Sindaco, si troverebbe per legge in posizione più elevata, sotto il profilo politico e per decisivi aspetti amministrativi, rispetto allo stesso direttore generale. Un pasticcio!
Ma di questo pasticcio non si parla. Serra…si serra nel mutismo. A Berlusconi, capace di aggirare la legge, il popolo non ha fatto sconti. Sì può seguire lo stesso metodo, senza pensare che gli elettori se ne dolgano e reagiscano? Troppo spesso le illusioni piastrellano i viali dei politici in preda alle ambizioni.