Un passo avanti e due indietro. Il centrodestra neanche ieri è riuscito a cavare un ragno dal buco nella complicatissima partita per la scelta del candidato a sindaco. Il tempo stringe, alla presentazione della liste mancano solo due giorni, e l’ipotesi di andare tutti in ordine sparso adesso si fa sempre più concreta.
Lo stesso Giulio Marini, da sempre tra i più convinti sostenitori dell’unità della coalizione, a sera appariva piuttosto scoraggiato: “Non so davvero più che pensare”. Bocche cucite invece da parte degli altri, anche perché, dopo tutti gli annunci dei giorni scorsi caduti puntualmente nel vuoto, arrivati a questo punto ogni parola di troppo rischierebbe di affossare ancora di più l’immagine dell’armata Brancaleone presso l’opinione pubblica.
Sostanzialmente la novità di ieri – chiamarla così è ovviamente un eufemismo – è che Fusco è tornato a rivendicare con forza un candidato a sindaco leghista. Nulla di personale contro Giovanni Arena – ha sottolineato – ma il sindaco di Viterbo spetta a noi, non a Forza Italia. Il che vuol dire una cosa, che Fusco implicitamente ha ammesso senza rendersene conto: non è vero che la Lega ha ritirato Alessandro Usai come segno di apertura nei confronti degli alleati per andare alla ricerca di un candidato condiviso. La verità, che comunque tutti avevano capito, è che la Lega ha ritirato Usai semplicemente perché è stato Usai a ritirarsi quando ha visto che poteva finire a schiaffi. Punto.
E dunque il candidato condiviso di cui il senatore aveva parlato subito dopo il passo indietro fatto dal giornalista Mediaset sarebbe dovuto comunque appartenere alla Lega, il che vuol dire che Forza Italia, lungi dal poter presentare una proposta propria al di fuori di Giovanni Arena, si sarebbe semplicemente dovuta accontentare di indicare il candidato più gradito tra quelli contenuti nella rosa del Carroccio.
Preso atto che le cose stanno così, ieri sera tutti per la propria strada, in attesa che da Roma diano (sempre che le diano) indicazioni tra oggi e domani.