“E’ un sacrosanto diritto dei cittadini conoscere le motivazioni che spingono un gruppo politico ad investire così tanto denaro, come lo è conoscere da dove viene quel denaro”.
Massimo Erbetti, candidato del M5S, rilancia la sfida agli altri aspiranti sindaci a rendere pubbliche le entrate e le uscite relative all’attuale campagna elettorale. Il grillino, nel rendere pubblica la sua nota spese, accusa gli avversarsi di volersi sottrarre al confronto ed esorta i cittadini “a chiedere, a gran voce, questi dati a tutti i candidati”.
Quello dei costi della politica è da sempre un cavallo di battaglia del movimento Cinque Stelle, che però alla lunga rischia di risultare un argomento un po’ stucchevole, una foglia di Fico, per nascondere il sostanziale vuoto di idee e di proposte che non siano il reddito di cittadinanza, o civico che dir si voglia, peraltro difficile da finanziare con il taglio dei gettoni di presenza ai consiglieri.
“E’ un vostro diritto – sottolinea Erbetti – sapere perché qualche candidato spende molte migliaia di euro per farsi pubblicità. Credo sia opportuno domandarsi da dove vengono quei soldi, perché solo seguendo il flusso del denaro si comprende, fino in fondo, di chi non fidarsi”.
Sembra di capire che Erbetti, quando parla dei costi della campagna elettorale, si riferisca soprattutto ai candidati a sindaco non supportati dai partiti politici. In pratica finiscono sott’accusa soprattutto le liste civiche, come quelle della Frontini, Santucci e Rossi, che da molte settimane stanno effettuando campagne pubblicitarie a suon di manifesti 6×3 affissi nei punti strategici della città.