Lucio Lamberti*
In questi giorni si registra un fenomeno quantomeno strano. Non c’è stato il temuto attacco al debito italiano, né dopo l’esito incerto del voto del 4 marzo scorso e neppure adesso che, come era nelle previsioni, si fatica a dare un Governo al Paese. Il rendimento dei BTp è sceso significativamente (1,70% circa per il titolo decennale) e lo spread nei confronti del Bund (termometro del rischio paese) si è addirittura riportato a quota 117, cioè ai livelli minimi dall’estate scorsa. Di solito si paga di meno quando si ha i conti a posto, la situazione politica è chiara, le prospettive sono positive. Il debito è sempre alto, la situazione politica è poco chiara e le prospettive di politica economica sono incerte.
Quali sono le ragioni quindi di questa apparente tranquillità?
Intanto il beneficio del dubbio e l’esperienza recente. Spagna, Belgio, Portogallo hanno dato esempi di disciplina fiscale anche in periodi di vacatio dei rispettivi governi. I meccanismi di coordinamento fiscale e la moral suation della Banca Centrale Europea rendono più prevedibili i comportamenti di spesa dei governi anche in situazioni di crisi. I mercati quindi aspettano di ‘vedere’ le carte, prima di dare un giudizio.
L’ombrello europeo appare per il momento ancora abbastanza solido. Continuano gli acquisti del debito pubblico italiano dalla BCE. Sembra avviato, nelle more della Brexit, una nuova stagione di riforme integrative. Spazio unico bancario, Unione Monetaria, Coordinamento delle Politiche fiscali: il superamento della dimensione nazionale e’ sempre piu’ nei fatti.
E poi i dati. Che sono ancora benigni, anche se non per tutti: imprese un po’ più attive e una dinamica economica in linea con le previsioni, se non migliorativa. 1.6% di crescita è ancora un dato basso, ma di certo migliore delle aspettative dello scorso anno.
L’euro infine è stato oggetto di flussi di investimento internazionali, cominciati lo scorso anno dopo il risultato inatteso delle elezioni francesi e il nuovo mandato alla Merkel. Un doppio risultato a favore dell’Europa Comunitaria, che ha ridotto rapidamente i rischi di rottura dell’area Euro.
Tutto bene?
In Economia e in Finanza, quando c’è troppa calma bisogna cominciare ad essere prudenti.
Intanto non dimentichiamo che il debito resta come un grande macigno soprattutto per i paesi del mediterraneo.
Lucio Lamberti
*docente scienza delle finanze, Università San Raffaele Roma