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Home » Politica » La Lega si mobilita, ma loro non si fidano: “Servono i fatti”

La Lega si mobilita, ma loro non si fidano: “Servono i fatti”

22 Aprile 2018

Sulla vicenda dei lavoratori dell’Ares si mobilita la Lega: ”Tutto il movimento è vicino a voi – ha detto il senatore Fusco durante un incontro che si è svolto ieri a cui ha partecipato anche il sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci e il capogruppo del Carroccio in Regione Angelo Tribodi -. Il problema bisogna risolverlo in vari modi, innanzitutto con la massima tranquillità. Il capogruppo Tribodi si è attivato nel giro di poche ore, alzandosi in piedi in Consiglio regionale e mettendo in risalto la vostra problematica. Io mi sono reso disponibile a portare la questione nei due rami del Parlamento. La cosa però è complessa e bisogna entrare dentro la problematica. Ho sentito gli organi che gestiscono l’Ares e ho avuto un riscontro positivo. Vogliamo chiarezza sul bando e difenderemo voi e il vostro lavoro: le regole del gioco vanno rispettate perché non si possono mandare in mezzo alla strada delle famiglie”.

”Sono giorni che sentiamo dire sempre le stesse cose – è stata la replica dei rappresentante dei lavoratori Cosimo Boccia – dal 30 marzo quello che è cambiato è stato solo il nostro stato d’animo che è peggiorato sempre di più. ‘Si deve vedere, dobbiamo accertarci, non abbiamo le facoltà…’. Le istituzioni non hanno la facoltà di garantire il lavoro a 250 famiglie? Famiglie che hanno paura di ritornare in quel buio che non dà sicurezze e non dà certezze. Non chiediamo posti statali ma il rispetto dell’articolo 1 della Costituzione. Noi andremo avanti – prosegue –, anche dopo il 1° giugno: non abbiamo nulla da perdere. Oggi si è aggiunta una delegazione di 100 infermieri di Roma e Frosinone, siamo sempre di più. Ci sono decreti regionali che obbligano gli operatori volontari a seguire corsi da non meno di 250 ore e ad essere seguiti ed esaminati da direttori centrali e della Regione. E nel Lazio? Li prendiamo dalle pompe di benzina, dal macellaio… Oltre ad essere una battaglia per il nostro lavoro questa è anche una battaglia per il sociale”.

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