L’avevamo lasciato etruscologo e pirata della bellezza, cantore delle magnifiche sorti e progressive che alla Tuscia sarebbero potute derivare dalla valorizzazione di una “storia magicamente antica”. Poi lo scorso anno, il pirata Filippo Rossi, ormai convinto che le sorti magnifiche e progressive della Tuscia fossero legate più che altro al Christmas Village, compì l’ennesima spericolata virata di bordo, sfanculando l’antico popolo italico e tutta la sua storia millenaria: “Gli etruschi sono seghe mentali, non gliene frega niente a nessuno”, sentenziò in consiglio comunale. Oggi scopriamo finalmente i motivi di quella scioccante abiura.
Filippo Rossi da etruscologo è diventato egittologo. Sarà infatti la sua Caffeina, what else?, a curare, in collaborazione con la curia, tra giugno e luglio due mostre-evento a Palazzo dei Papi dedicate al popolo delle piramidi. Due mostre “senza precedenti” proclama il giornale Luce caro al futurista.
La prima vedrà esposte icone cristiano-copte, la seconda nientepopodimeno che la buonanima di Tutankhamon. Non la mummia in persona – a Viterbo ne basta una – ma la maschera funeraria d’oro dell’antico sovrano egizio. “Un appuntamento che darà lustro alla città”, assicura Filippo Rossi. Che magari, nella sua smisurata egolatria, pensa pure di inaugurare l’evento indossando la fascia tricolore di sindaco. O direttamente la nemes del faraone.