Chiacchiere tante, idee zero. Niente programmi in questa campagna elettorale destinata a passare alla storia per una delle peggiori di sempre. L’attenzione è concentrata solo sulle alchimie da trovare a tutti i costi per mettere insieme l’ammucchiata più competitiva in termini di voti, poco importa se, una volta conquistato Palazzo dei Priori, la nuova amministrazione, con queste premesse, sarà ostaggio di mille veti incrociati che ne paralizzeranno l’attività. Poco importa se gli eletti saranno persone capaci o non, l’importante è che siano dei buoni portatori di voti. Tutto ciò è la dimostrazione che i partiti, sempre meno strutturati, hanno perduto la capacità di selezionare la classe dirigente.
Ma la gente ci ricascherà un’altra volta? Posto il che il problema accumuna tutto l’arco costituzionale, la verità è che a Viterbo non esistono, all’esterno del centrodestra e del centrosinistra, movimenti in grado di catalizzare l’interesse dell’opinione pubblica. Lo stesso Movimento 5 Stelle, lacerato da lotte intestine e composto da pochi militanti che se la suonano e se la cantano, non sembra affatto competitivo, quando, al contrario, con persone di altro spessore e progetti meno populisti e più calati nella realtà locale, avrebbe potuto avere quest’anno la sua grande occasione.
Il rischio è che la prossima amministrazione, qualunque essa sia, sulla base di questi presupposti non combini nulla di buono. In ciò Viterbo è forse l’unica città in Italia dove la base sociale della città, dopo 12/13 anni di giunte (secondo Gabbianelli, Marini e Michelini) paralizzate da lotte e divisioni intestine, non è ancora capace di esprimere un cambio di rotta. Le persone che calcano la scena del Comune sono sempre le stesse, oggi come 15 anni fa, motivo per cui, se il buongiorno si vede dal mattino, quello dell’11 giugno sarà comunque un amaro risveglio per i viterbesi, autocondannatisi un’altra volta al nulla cosmico.
Fa sorridere in questo quadro l’annunciata mostra del Movimento 5 Stelle dal titolo “Viterbo ieri, oggi e domani”, che si terrà nella ex chiesa degli Almadiani, in piazza dei Caduti, dal 6 al 13 maggio. “La mostra – spiegano i grillini – è stata concepita come un contenitore nel quale tutti coloro che lo desiderano potranno presentare un loro progetto, spaziando tra cultura, turismo, sport, benessere animale, centro storico, frazioni, servizi sociali, viabilità, verde, promozione dei prodotti tipici, ecc. Il futuro di una città non passa solo per le grandi opere che, alcune volte, ne sconvolgono la fisionomia, ma anche per le piccole e grandi idee di ogni singolo cittadino e non riguardano solo alcuni aspetti, ma tutti gli ambiti della vita quotidiana. Ogni progetto potrà essere presentato direttamente da chi lo ha ideato o da un relatore. I progetti saranno valutati in base all’originalità, alla creatività alla fattibilità e all’oggettivo beneficio per la comunità”.
Ma vi sembra normale che uno vada alla ricerca di idee in piena campagna elettorale? Non dovrebbe essere, al contrario, la campagna elettorale, il luogo in cui chi si candida a governare la città si presenta agli elettori con un programma chiaro e lineare su cui chiedere la fiducia?