La Talete continua a non dare risposte su temi cruciali e di grande interesse pubblico quali quelli che riguardano il funzionamento e la manutenzione dei dearsenificatori. Sempre più preoccupati di conseguenza i Comuni costretti loro malgrado ad aderire alla compagine societaria dell’azienda: tutti temono un rincaro esagerato delle bollette senza avere poi neanche la possibilità di giustificarlo all’opinione pubblica qualora, come è possibile, dovessero persistere problemi agli impianti di depurazione.
Dopo la bocciatura, da parte dell’Anac, della gara d’appalto con cui Talete ha assegnato i lavori di manutenzione dei dearsenificatori per un costo di oltre sei milioni di euro (gara che dovrebbe essere annullata per l’opposizione della ditta arrivata seconda), ci si aspettava una presa di posizione precisa del presidente Salvatore Parlato. E invece niente. Le domande sono perciò sempre le stesse: sono stati fatti investimenti sbagliati sia nell’acquisto dei macchinari che relativamente alla loro manutenzione? Di chi, eventualmente, le responsabilità? A quanto ammonta la differenza di risorse investite tra il primo e il secondo appalto per la manutenzione? Se questa differenza fosse consistente, come è possibile che lo stesso servizio dovrebbe essere garantito a condizioni tanto diverse. E il presidente, dopo la censura dell’Anac, ha segnalato le anomalie alle autorità preposte?
Si parla infine di visite degli inquirenti per questioni inerenti bilanci, acquisizioni societarie e pratiche simili. Anche su questi aspetti i Comuni che stanno per entrare, prima di farlo, attendono di sapere dai vertici aziendali come stanno realmente le cose.