Il 26 marzo scorso in una puntata di Report il presidente della multiutility del Nord Ovest A2A ha svelato che circa 36mila tonnellate di ceneri prodotte ogni anno dal processo di termocombustione dei rifiuti nei suoi impianti, da quello di Bergamo a quello di Brescia passando per quello di Acerra, vengono smaltite nel Lazio.
A chiedersi dove è l’ex sindaco di Corchiano e presidente dell’associazione nazionale dei comuni virtuosi, Bengasi Battisti, il quale, visti i precedenti del Viterbese come terminale dello smaltimento di rifiuti (tossici e non, legali e non), vorrebbe sgombrare il terreno da eventuali sospetti.
Prima di tutto una precisazione: si tratta di ceneri pesanti e non pericolose ma pur sempre di rifiuti speciali. “Visto che il presidente della A2A ha detto che le ceneri prodotte dai propri termovalorizzatori vengono smaltite nel Lazio e visto che sappiamo, grazie a un’interrogazione del parlamentare campano del M5S Salvatore Micillo, che 17mila tonnellate di queste vanno a Frosinone, sarebbe interessante sapere dove finisce l’altra metà”, afferma Battisti, che annuncia l’intenzione di rivolgersi alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti.
“Si tratta di numeri importanti – prosegue il consigliere comunale di Corchiano – e quindi le comunità locali dovrebbero essere informati se per caso queste ceneri venissero smaltite nella nostra provincia”.
Questo tipo di materiali in teoria dovrebbe essere processato e riutilizzato come materiale dei fondi stradali ma si tratta di un procedimento un po’ costoso. Più facile interrare tutto in una buca, e di buche e cave, come noto, la Tuscia abbonda.
“Fermo restando che non si tratta di sostanze tossiche – conclude il presidente dell’associazione dei comuni virtuosi – non vorremmo che i rifiuti che noi spediamo al nord pagando perché vengano bruciati poi ritornino qui sotto altre forme. Quella dello smaltimento delle ceneri è una zona d’ombra sui cui bisogna fare necessariamente luce”.

