Mentre la minoranza continua a sollevare polemiche, incurante dei rapporti di forza esistenti nel capoluogo e del fatto che questo preciso frangente storico consiglierebbe a tutti di tenere la bocca il più possibile chiusa, nel Partito democratico continua il percorso per arrivare alla designazione del candidato a sindaco.
Ieri, per discutere della questione, si è riunita l’assemblea del circolo di Bagnaia, che ha approvato all’unanimità un documento in cui viene tracciato l’identikit dell’aspirante primo cittadino ideale. Sulla base di esso dovrà muoversi il segretario locale nelle riunioni a cui parteciperanno tutti gli altri circoli.
Il Pd, sulla carta in svantaggio in seguito al risultato del 4 marzo e al vento populista che spira forte nel Paese, potrebbe sfruttare le spaccature nel centrodestra per restare in partita. Ma ci riusciranno, i nostri eroi? Sarà capace, la sinistra del partito, che a Viterbo non rappresenta sicuramente porzioni numericamente consistenti di società cittadina, a sotterrare l’ascia di guerra che sta brandendo a mo’ di minaccioso trofeo dalla sera in cui è riuscita ad eleggere il consigliere regionale?
Una cosa è ovvia: per il momento le voci che vengono messe in giro, comprese quelle di possibili liste trasversali, non aiutano il Partito democratico, per cui si spera che nei prossimi giorni venga recuperata la ragionevolezza perduta. A meno che, accecati da miseri calcoli di bottega, questi signori non credano che è meglio far morire Sansone con tutti i filistei piuttosto che far restare la barca a galla.