No all’espansione dei noccioleti nella Tuscia.
Sul piede di guerra contro il progetto della Ferrero, che che prevede di aumentare del trenta percento in Italia la superficie coltivata, andando ad interessare soprattutto la provincia di Viterbo, è il Biodistretto della via Amerina e delle Forre, nel quale sono riuniti 13 Comuni, che sul tema ha organizzato un incontro per martedì 17 aprile nella sala comunale di Nepi. Secondo loro ne risentirebbe il turismo, un settore trainante poiché compromette il paesaggio e il territorio.
“Siamo contrari – ha spiegato a Repubblica il presidente Famiano Crucianelli – poiché questa iniziativa della Ferrero trasforma la nostra area in una monocultura e porterà conseguenze economiche, ambientali e sociali preoccupanti. Non possiamo consegnare l’andamento dei prezzi nelle mani delle multinazionali e non è bene alimentare le certezze sui contratti con queste aziende, perché potrebbero rivelarsi delle amare illusioni. E’ particolarmente grave l’uso dei pesticidi e della chimica di sintesi e del sovra sfruttamento delle risorse idriche che creeranno problemi alla salute delle persone, ai produttori e all’ambiente. E’ vero che la nocciola rappresenta una opportunità – dice ancora Crucianelli – ma ad alcune condizioni: occorre fermare la monocultura e favorire la biodiversità e l’agricoltura biologica e consapevole. Le coltivazioni vanno realizzate nelle aree vocate cosa che non è avvenuta”.