Forza Italia non ha nessuna intenzione di assecondare le velleità di supremazia della Lega. E dopo la strappo dell’altra sera – quando il senatore Umberto Fusco si è presentato al tavolo delle trattative per la scelta del candidato a sindaco ponendo l’aut aut sul nome di Alessandro Usai – si prepara alla guerra.
Cresce il malumore. E cresce anche in relazione alle mosse degli alleati. Non è piaciuta ai vertici del partito, in questo senso, la brusca accelerata decisa da Fratelli d’Italia, che per lunedì ha convocato una conferenza stampa in cui, salvo sorprese, verrà ufficializzato il sostegno a Usai.
“Se Fratelli d’Italia pensa di poter chiudere un accordo su Usai entro domenica sera – dice un dirigente azzurro – faccia pure. Bisognerà vedere con chi lo chiuderà questo accordo. Quello che ci sconcerta non è il nome di Usai, persona degnissima ma di cui non conosciamo le virtù politiche, ma il metodo usato: o mangiate questa minestra o quella è la finestra. Non è così che ci si comporta tra alleati. Se poi si vuole far pesare la forza dei numeri, i numeri alle regionali dicono che Forza Italia a Viterbo è il primo partito con il 17,5%, la Lega il secondo con il 14 e Fratelli d’Italia il terzo con l’8”.
La palla visto dunque bcome stanno le cose passerà ai vertici regionali e nazionali del centrodestra e molto dipenderà anche dalla formazione del nuovo governo – ovvero dal coinvolgimento o meno del partito azzurro nell’eventuale asse tra Salvini e Di Maio – per cui in queste ore si stanno valutando tutti gli scenari possibili, in primis quello di correre da soli con Giovanni Area candidato a sindaco frontalmente contrapposto al giornalista di Mediaset.
Ma non solo. Non si esclude affatto la possibilità di dare vita proprio a Viterbo ad una coalizione centrista che inglobi i Moderati e riformisti, Fondazione di Santucci e addirittura Oltre le mura, ciò che resta cioè della lista civica che cinque anni fa, ideata da Giuseppe Fioroni, determinò la vittoria del sindaco Leonardo Michelini. Potrebbe in altri termini esordire sulle scene quel partito dei moderati di cui da più parti si sente parlare come risposta ai populismi interpretati da Lega e 5 Stelle.
Il via libera all’operazione dovrà darlo ovviamente Roma, ma è opinione diffusa nello stato maggiore azzurro che proprio così potrebbero andare le cose (anche indipendentemente dalla formazione del governo nazionale), dal momento che su una convivenza pacifica tra Berlusconi e Salvini nel lungo periodo scommettono in pochi.
Fantapolitica? Chissà. Certamente nessuno scenario definitivo sarà disponibile prima del 10 giugno quando i viterbesi saranno chiamati alle urne, in ogni caso una sorta di sperimentazione sin da ora non farebbe male a nessuno.