In arrivo alla Asl sostanziali cambiamenti del servizio tecnico. Con una delibera di qualche giorno fa, il direttore generale Daniela Donetti ha infatti disposto la rimodulazione di due settori – “politiche di valorizzazione del patrimonio immobiliare, impiantistico e sviluppo dei sistemi informatici” e “ingegneria clinica” – con conseguente riorganizzazione di competenze e funzioni.
Si passerà in questo modo a due nuove unità operative complesse: una per “politiche di valorizzazione del patrimonio immobiliare e sviluppo dei sistemi informatici” e l’altra per “ingegneria clinica, impiantistica ed edile”. In altri termini, alcune funzioni vengono tolte al dirigente del patrimonio e assegnate a quello che si occupa di ingegneria clinica. Tutto ciò – è spiegato nella delibera della Donetti – perché “sono state individuate funzioni che, in ragione della complementarità e della sinergia delle azioni ottenibili”, richiedono, “per il raggiungimento degli obiettivi”, una diversa collocazione nell’ambito del comparto tecnico.
Ma come stanno davvero le cose? Perché questo improvviso cambio di rotta che non sta mancando di creare perplessità e polemiche all’interno della Cittadella della salute? Di sicuro, la novità è stata introdotta senza una specifica modifica dell’atto aziendale, che, come previsto dai regolamenti, si sarebbe dovuta apportare nel periodo compreso tra il 15 settembre e il 15 novembre, fermo restando oltretutto che modifiche di questo tipo si possono fare solo una volta l’anno e dopo aver acquisito il parere preventivo della conferenza dei sindaci della sanità, che nella fattispecie non risulterebbe essere mai stato richiesto.
Tanti dunque i dubbi, anche alla luce di una singolare coincidenza: il cambiamento coincide con il rientro in servizio dell’ingegner Fabio Micio, il quale evidentemente si troverà adesso a dirigere un settore depotenziato rispetto a prima.