Tra i più agitati in casa centrodestra c’è Gianmaria Santucci. Il caos amplificato dalla discesa in campo di Alessandro Usai lo sta facendo letteralmente infuriare. E ne ha ben donde dato che la coalizione, partita teoricamente in vantaggio, rischia di presentarsi spezzettata di fronte all’elettorato per la soddisfazione del centrosinistra e delle liste civiche della Frontini e Rossi che confidano nella debolezza degli avversari per raccattare qualche voto in più.
La verità è che Santucci, dicono i beninformati della coalizione, sperava di essere lui il candidato a sindaco. Così qualcuno gli avrebbe fatto credere nei mesi scorsi riabilitandolo agli occhi del leader laziale di Forza Italia Antonio Tajani. Le malelingue si spingono fino ad ipotizzare che a mettergli la pulce nell’orecchio potrebbe essere stato il senatore Francesco Battistoni in cambio dell’appoggio di Fondazione prima alle elezioni provinciali, poi a quelle regionali, dove Santucci avrebbe dovuto far votare il coordinatore provinciale Dario Bacocco.
Certo, se così fosse, visto il risultato non proprio soddisfacente portato a casa da Bacocco a Viterbo città, per Forza Italia non dovrebbe essere un problema spiegare a Santucci che delle promesse non se ne fa più nulla, anche perché, se è vero che Fondazione ha portato Bacocco, allora vuol dire che il peso di Fondazione è alquanto scarso nel capoluogo.
Santucci in ogni caso non demorde e in queste ore ha intensificato le trame per addivenire a una soluzione che lo soddisfi. La stessa istituzione di un patto tra varie liste civiche altro non sarebbe che un tatticismo per aumentare la propria credibilità, dato che, sostengono sempre le malelingue, quelle liste altro non sono che vuoti contenitori da lui inventati che alla prova delle urne otterrebbero giusto il voto (e forse neanche quello) dei loro candidati.