Che quella del sindaco di Tarquinia Pietro Mencarini non sarebbe stata una navigazione in un mare tranquillo lo si era capito un secondo dopo la sua elezione: per giorni, prima di nominare la giunta, fu al centro delle più incredibili pressioni e dei più intrigati complotti ad opera dei gruppi che compongono al sua maggioranza di centrodestra. Raccontano i beninformati che stava per uscirne fuori di testa.
Adesso su di lui è bufera a causa delle dimissioni del vice sindaco Manuel Catini, di Forza Italia, costretto a fare un passo indietro per la nota vicenda del saluto fascista andato in scena nel proprio ufficio qualche giorno fa. Vicenda portata alla ribalta delle cronache da Anselmo Ranucci del Pd, che ha postato su Facebook una foto in cui si vede un uomo dal volto oscurato, con la fascia tricolore e il braccio destro alzato e proteso in avanti: “Ora basta. Ora basta. Il Comune – ha urlato il candidato a sindaco sconfitto – non è un luogo per bivacchi, né per fotografie vergognose al limite della decenza. Ho oscurato il viso perché non è importante sapere chi ha inscenato questa pagliacciata, ma è importante capire chi l’ha fatto entrare e gli ha concesso la fascia tricolore. Stavolta il sindaco deve cacciare immediatamente chi ha permesso nelle stanze comunali questa foto delirante, offensiva, vergognosa. Dopo il bivacco, questa è l’ennesima offesa da parte di chi è troppo piccolo per cose così serie (Catini, ndr)”.
Sulla vicenda indaga il commissariato di Tarquinia, è stata aperta un’indagine dalla Procura di Civitavecchia e, come ha ammesso lo stesso Mencarini, il Comune ha presentato un esposto: “E’ arrivato il momento di voltare pagina – parole del sindaco – su una storia creata e strumentalizzata ad arte per un gesto già denunciato alle autorità competenti, dal quale sono state prese le dovute distanze dall’amministrazione comunale e i diretti interessati hanno esposto i fatti a chi di dovere. Tutto questo non giova alla nostra città e il nostro interesse è di lavorare per far crescere e sviluppare il nostro territorio”.
Tutto bene quel che finisce bene, allora? No, assolutamente. Infatti la presentazione dell’esposto da parte del Comune non è andata giù ai fan di Catini, che, a giudicare dalle preferenze prese alle elezioni di un anno fa, sono piuttosto numerosi. Tutti perciò contro Mencarini, accusato di essersi lavato le mani di fronte a una storia chiaramente usata dall’opposizione per denigrare l’immagine dell’amministrazione. Insomma, si sarebbe trattato di una bravata e basta, secondo questa corrente di pensiero, motivo per cui Catini avrebbe meritato la difesa convinta e ad oltranza del primo cittadino. Così però non è stato e tanti sono scesi sul piede di guerra: “Abbiamo votato Mencarini – fanno sapere – turandoci il naso. Ora la misura è colma. Forza Manuel, noi stiamo dalla tua parte”.