Dietro la possibile candidatura a sindaco del giornalista Alessandro Usai c’è l’idea di fare di Viterbo un laboratorio politico coerente con i cambiamenti che stanno caratterizzando il quadro nazionale dopo le elezioni del 4 marzo. E infatti, al di là delle indiscrezioni e delle letture che vengono date quotidianamente degli incontri nel centrodestra per scegliere chi tra Arena, Ubertini, Contardo e Fusco debba correre per lo scranno più alto di Palazzo dei Priori, la situazione, come ammesso dallo stesso Arena, non si chiarirà prima della fine del mese, ragionamento che vale anche per il centrosinistra. Questo perché è tutto collegato alla formazione del nuovo governo.
In altri termini, Usai non sarebbe affatto, come si crede, il nome su cui far confluire l’attuale centrodestra, Forza Italia, FdI e Lega. Piuttosto, se a Roma si dovesse verificare una rottura definitiva tra Berlusconi e Salvini, il giornalista viterbese sarebbe il candidato di un movimento trasversale che va da Forza Italia al Pd renziano. Il progetto poggia le bassi sulla possibilità di un rinnovato patto del Nazareno a cui, neanche tanto segretamente viste le esternazioni del leader azzurro, sempre più insofferente nei confronti dell’alleato populista, starebbero pensando gli stati maggiori dell’ex sindaco di Firenze e del cavaliere. Emblematico un articolo di Denis Verdini, l’uomo che per anni ha curato l’organizzazione di Forza Italia, meglio conosciuto in Italia per essere stato proprio l’inventore del patto del Nazzareno e a Firenze per i rapporti strettissimi che lo legano a Renzi, apparso su un giornale qualche giorno fa, dove afferma a chiare note che è il momento di lasciare spazio a Di Maio e Salvini, circostanza che consentirebbe a Renzi e Berlusconi, “sempre che ne abbiano voglia”, di mettersi al lavoro per la costituzione di un contenitore nuovo da lanciare la prossima volta che si andrà al voto.
Lo stesso Usai, per quanto, come si dice, sia stato perorato inizialmente da Fusco della Lega, si sarebbe detto disponibile a scendere in campo solo a capo di una lista “civica” trasversale che va appunto da Forza Italia al Pd renziano, a Viterbo identificabile con l’area Fioroni. Il che vuol dire che, tramontato il progetto originario di Fusco, si assisterebbe ad un’ulteriore evoluzione del quadro politico.
Ovviamente, come detto, la situazione è fluida e tutto dipenderà dalla piega che prenderanno gli eventi a Roma. Per questo motivo il nome del candidato si conoscerà all’ultimo momento. Si spera infatti che il giorno in cui scadrà il termine per la presentazione delle liste sia già insediato il nuovo governo o, nell’ipotesi peggiore, si sappia se l’Italia è destinata a tornare al voto nel giro di qualche mese.