Si chiama reddito civico ed è la versione locale del cavallo di battaglia grillino, il reddito di cittadinanza. Nel programma del candidato sindaco del M5S Massimo Erbetti rappresenta il principale strumento di contrasto alla povertà.
“Pensiamo a un assegno mensile di 500 euro alle persone disoccupate – spiega Erbetti – ma non si tratta di un sussidio. In cambio chi percepirà questa somma dovrà svolgere lavori socialmente utili. Per esempio lo sfalcio dell’erba o la pulizia delle fontane. Solo quest’ultima lo scorso anno è costata alle casse comunali 30 mila euro. Una somma che si andrebbe in questo modo a risparmiare”,
Erbetti ha fama di essere esperto di bilanci. Nella consiliatura al termine è stato lui l’uomo che ha passato al setaccio i conti dell’amministrazione Michelini e fornito quindi spunti e materiale al consigliere Gianluca De Dominicis. E gli altri soldi per sostenere una misura che, secondo le stime del candidato sindaco, verrebbe a costare il primo anno circa 400 mila euro, dove li andrebbe a pescare il Comune? Erbetti pensa anche a misure draconiane per abbattere i costi della politica. Fatti salvi gli stipendi per sindaco e assessore, nel programma pentastellato cè l’azzeramento dei gettoni di presenza dei consiglieri, un capitolo che vale circa 80-90mila euro l’anno. “Altre risorse – continua Erbetti – pensiamo di reperirle attraverso una razionalizzazione della spesa corrente”.
Il M5S, forte dei risultati delle politiche e delle regionali, punta al ballottaggio: “Sappiamo che Viterbo è un’altra storia e che sarà dura ma corriamo per vincere”.
La squadra di Erbetti, in caso di vittoria, è già quasi pronta, ma la lista degli assessori è ancora top secret. Un posto quasi sicuramente dovrebbe spettare allo stesso De Dominicis.
Il candidato a sindaco grillino esclude infine che eventuali alleanze tra M5S e Lega, o M5S-Pd, possano avere ricadute a livello locale: “Comunque vada a livello nazionale, noi a Viterbo correremo da soli. Anche perché per avere una maggioranza basta vincere al ballottaggio. E in ogni caso non chiamerei alleanza ciò che al massimo si configurerà come un accordo alla tedesca per dare un governo a questo Paese”.