Al Palazzo Petrangeli Papini di Bagnoregio (via Roma, 28) si conclude una mostra personale di Mutsuo Hirano, a cura di Davide Sarchioni, dove l’artista giapponese presenta opere realizzate in terracotta.
Trasferitosi dal Giappone in Germania negli anni settanta, Hirano approda in Italia centrale alla fine degli anni Ottanta dove scopre la terracotta e la ceramica, materie primigenie cariche di significati, di rimandi e di tradizioni, con cui comincerà a realizzare sculture e manufatti simbolici e fortemente evocativi che vengono impiegati anche per comporre grandi installazioni e opere ambientali. Teste di santi e busti di Kami giapponesi e dal sapore arcaico, in cui fisionomie tipicamente orientali si mescolano ai lineamenti di volti occidentali, sono spesso accostati ad oggetti di uso comune o a materiali di recupero prelevati da diversi ambiti culturali di appartenenza (reti da pesca, tessuti, paraventi e kimono tradizionali giapponesi) dando luogo a inedite e sorprendenti associazioni. Nel lavoro di Hirano convivono l’estetica della frammentazione o al contrario un’attitudine alla serialità secondo cui numerosi frammenti o oggetti similari vengono assemblati o accostati ogni volta attraverso differenti modalità per approdare ad una forma sempre nuova.
Il progetto espositivo riunisce insieme diversi nuclei di lavori, tra sculture, oggetti, tele e disegni, per ripercorrere brevemente le tappe più significative dell’indagine di Mutsuo Hirano, mettendo in luce gli esiti più recenti e inediti, come le “Scatole” in terracotta o i “Rilievi” di carta, quest’ultimi certamente riferibili sia alla pratica del modellare la creta sia a quella dell’origami. L’artista ha realizzato per l’occasione una serie di teste in ceramica in edizione limitata.