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Home » Tempo Libero » Un videogioco sugli Etruschi: dentro c’è anche la Tuscia

Un videogioco sugli Etruschi: dentro c’è anche la Tuscia

5 Aprile 2018

La storia e cultura degli etruschi attraverso un videogioco che diventa anche strumento di promozione turistica dell’Italia centrale. Si chiama “Mi Rasna – Io sono etrusco” e uscirà il 7 maggio su GamePlay (per cellulare).

Numerosissime le località, tra cui alcune della Tuscia viterbese, che costituiranno la mappa a disposizione del giocatore: Acquarossa, Bisenzio, Bolsena, Bomarzo, Castel d’Asso, Faleri Novii, Gravisca, Norchia, Orte, Sutri, Tarquinia, Tuscania e Vulci. E poi ci saranno Veio, Cerveteri, Pyrgi, Regisvilla, Rofalco, San Giuliano, Santa Marinella, Perugia, Orvieto e Todi, Arezzo, Artimino, Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Cortona, Fiesole, Isola d’Elba, Massa Marittima, Murlo, Orbetello, Pitigliano, Populonia, Roselle, Saturnia, Sovana, Talamone, Vetulonia e Volterra.

A ideare l’iniziativa è stato Maurizio Amoroso, 45 anni di Firenze, a capo della Entertainment Game Apps, un’azienda che inventa e produce videogiochi.  Essendo appassionato di storia, ne ha già sfornati alcuni sul Medioevo, sulle Repubbliche Marinare, sulla Via Francigena. Per quello sugli Etruschi ha ricevuto la collaborazione di 40 musei della Toscana, dell’Umbria e del Lazio, compresi 6 musei nazionali.

“Non pensavo – dice – che il gioco avrebbe riscosso così tanta partecipazione da parte dei direttori dei musei. Ho trovato entusiasmo, voglia di partecipare e disponibilità ad agevolare iter amministrativi che senza la loro collaborazione sarebbero stati estremamente macchinosi e costosi. Sono entrati a far parte del progetto tutti i musei che abbiamo contattato, pubblici e privati, comunali e statali”.

Si tratta di un gioco di strategia gestionale: “Il giocatore, nei panni di un magistrato locale – spiega ancora Amoroso – dovrà amministrare le risorse economiche della propria città etrusca e farla prosperare attraverso il reperimento di materie prime e una fitta rete commerciale. Per questo serviranno monete d’argento, che si potranno ottenere risolvendo mini-giochi a contenuto storico oppure acquistandole con transazioni in app. Il gioco è articolato in cinque livelli, che corrispondono alle epoche in cui è scandita la civiltà etrusca (villanoviana, orientalizzante, arcaica, classica, ellenistica), dalla nascita delle città alla conquista romana, e i tratti caratterizzanti di ogni epoca sono ricostruiti in maniera fedele dal nostro team di esperti. Credo che il vero punto di forza di questo progetto sia l’essere riusciti a plasmare la storia degli Etruschi nelle meccaniche di un gioco di strategia”.

In accordo con i Poli museali, una percentuale dei guadagni sarà reinvestita in progetti di scavo, restauro o valorizzazione legati agli Etruschi. “Non solo, ma il videogioco – spiega ancora Maurizio Amoroso – sarà un vero e proprio strumento di promozione. Ogni oggetto che comparirà sullo schermo sarà corredato da una scheda tecnica con la descrizione del pezzo e i dati del museo in cui è conservato. Sono previsti dei bonus extra al giocatore che attraverso la geolocalizzazione risulti fisicamente posizionato vicino al reperto o in luoghi prestabiliti della città etrusca. Il nostro primo obiettivo è di promuovere e far conoscere la storia attraverso i videogiochi che realizziamo. E se qualche giocatore ci chiede informazioni, noi li indirizziamo agli uffici turistici locali.”

Il videogame è frutto del lavoro di un team di esperti, informatici e archeologi: “La nostra idea era di rendere il più realistico possibile il gioco – afferma il direttore del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia Etrusco Valentino Nizzo -. Ho suggerito per questo di estendere la cronologia per arrivare alla prima età del ferro, all’epoca villanoviana. Il giocatore affronterà questioni come il commercio, le interazioni tra città, l’alfabeto ereditato dai greci. Ma il bello è che attraverso la strategia si possono veicolare aspetti storici che il giocatore recepisce senza neanche accorgersene”.

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