Nicola Zingaretti, per convincerlo a candidarsi nella lista civica insieme ad esponenti della sinistra viterbese dura e pura, vedi Mauro Mazzola, gli aveva promesso di farlo diventare assessore al turismo. Lui, che ha sempre militato nel centrodestra, avrebbe avuto modo così di replicare a Roma – parole del governatore pronunciate nel corso di un’affollata conferenza stampa – il modello Civita di Bagnoregio. E invece quel posto alla fine è andato a Lorenza Bonaccorsi del Pd, che, trombata alle politiche, doveva ottenere un giusto “risarcimento” alla corte di colui che si candida a diventare segretario nazionale del Partito democratico. Ma siccome ogni promessa è un debito, Zingaretti ora non lascerà Francesco Bigiotti del tutto a piedi: per lui sarebbe infatti pronta una nomina all’interno del consiglio di amministrazione della Fiera di Roma.
Dalla città che muore alla Fiera che sta per morire, il passo dunque sarà breve. Potenza della politica che riesce sempre a mettere le persone “giuste” al posto “giusto” come dimostra il fatto che Bigiotti, sebbene esperto di Civita di Bagnoregio, andrà comunque ad occuparsi di un ente in fin di vita, configurandosi, la morte, l’elemento unificatore tra le due realtà. A questo punto c’è curiosità di sapere quali saranno gli altri conigli che usciranno fuori dal cilindro di Zingaretti, soprattutto sarà interessante verificare se nel sottogoverno sarà coinvolto tutto il Pd indipendentemente dall’area di stretta osservanza, come la prassi politica richiederebbe in nome dell’unità.
Ma la politica creativa del governatore non finisce qui. Mentre a livello nazionale il Partito democratico è stato tenuto fuori da tutti gli incarichi istituzionali – finanche le commissioni inquirenti – alla Pisana il fratello del commissario Montalbano, per non rischiare di fare le valigie a causa della legge dei numeri che vige in Consiglio, ha accontentato tutti con l’attribuzione delle vicepresidente dell’assemblea al Movimento 5 Stelle e a Forza Italia.
Morale: vivranno tutti felici e contenti alla faccia di Renzi e dei suoi seguaci. Una domanda sorge però spontanea: quanto durerà?