Elezioni comunali in salita per il centrosinistra a Viterbo, che proprio per questo deve compiere scelte trasparenti e coerenti. Deve difendere il lavoro fatto dalla giunta Michelini, aiutando i viterbesi a non dimenticare gli errori di 20 anni di centrodestra (dagli investimenti finanziari rivelatisi fallimentari a Esattorie, dai rifiuti all’aeroporto, fino all’urbanistica creativa) e a ricordare anche tutto quello che i “sabotatori” interni hanno oscurato in questi ultimi 5 anni con le loro trame e congiure. Il centrosinistra ha bisogno di un candidato sindaco che metta la faccia con coerenza sul lavoro svolto e che testimoni con il proprio operato indipendenza, trasparenza e onesta. Un candidato sindaco che viva del proprio stipendio e che anzi ci rimetta qualcosa. Un candidato sindaco che deve aver dimostrato di saper fare e di tenere insieme attorno a un progetto la parte sana di Viterbo.
Si sente ripetutamente parlare di Serra. Sì, lui: quello che da almeno tre lustri sta in Consiglio comunale ma di cui non si ricorda un’iniziativa. Quello oberato di lavoro in ospedale, di recente promosso quasi primario, con lo studio privato che gli toglie tempo ed energie, sempre pieno di impegni, forse troppi. Quello che ogni volta si vuole candidare a qualcosa: da segretario del partito provinciale all’assemblea nazionale, dalla Camera alla Regione, finanche al condominio. Il fatto però è che finora non ne ha portata a termine una.
Certo, si candidò alle primarie per il sindaco nel 2013, ma le perse nettamente, tanto che da vero sportivo dichiarò guerra a Michelini, ostacolandolo su tutto fino a guidare la rivolta per sciogliere il Consiglio. Il suo comportamento lo valuterà da solo ogni cittadino. Serra in realtà è ricordato più come distruttore che come costruttore. Da renziano a orlandiano, o meglio panunziano, convertito sulla via di Damasco, o meglio di Belcolle, come dicono i detrattori, anche se non sarà vero. Oggi vorrebbe farsi candidare a sindaco da quel Pd che ha sorretto Michelini, una bella faccia tosta, dicono nei bar.
Serra lo sa da solo che con il Pd la sua candidatura è impossibile: pesa come detto il suo operato, pesa l’aver perso il congresso a Viterbo città, pesano i suoi tanti impegni sanitari e i suoi ripetuti proclami di smettere di fare politica. Allora i suoi conciliaboli con Santucci e con Rossi dove lo porteranno? Chi vivrà vedrà, ma un consigliere regionale del Pd di Zingaretti che guarda a sinistra ed un suo assessore non possono sostenere strane avventure. Serra con i 5 Stelle, con la destra, con il civismo, chissà. Ma forse Serra farà il medico dato che in 5 ancora tanta strada può fare.