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Home » Cultura » Bonaventura Tecchi, lo scrittore che chiamo’ Civita di Bagnoregio “la città che muore”

Bonaventura Tecchi, lo scrittore che chiamo’ Civita di Bagnoregio “la città che muore”

2 Aprile 2018

Cinquant’anni fa, per la precisione il 30 marzo del 1968, moriva a Roma Bonaventura Tecchi, illustre cittadino di Bagnoregio che ha raccontato nei suoi libri l’anima più profonda della sua terra. “I suoi scritti – ha fatto notare il sindaco Bigiotti, deponendo venerdì scorso un mazzo di fiori nel luogo che lo ricorda presso il Belvedere Falcone e Borsellino – sono custodi preziosi di un’identità che dobbiamo ricordare e mantenere viva per le future generazioni. Grande amante della nostra Civita, forse fu il primo a intuirne la profonda e unica bellezza. Quella bellezza che oggi siamo riusciti a proporre al mondo, incantandolo. Ricordare oggi Tecchi è importante per sottolineare alle nuove generazioni l’importanza della cultura e della scrittura. Scrittura che oggi, fortunatamente, è tornata a rivivere nella Teverina grazie alla preziosa esperienza contemporanea dei Civita Writers”.
Narratore e saggista, Tecchi fu professore ordinario di letteratura tedesca all’Università La Sapienza di Roma. E’ del 1924 il suo primo libro, “Il nome sulla sabbia”. Pubblicò successivamente romanzi, racconti e prose i cui protagonisti vivono sottili problemi morali e psicologici, indagati secondo un’ottica cristiana e affidati a uno stile d’impronta classica. Fra i suoi libri più riusciti, soprattutto nel disegno di caratteri femminili, si ricordano: “Il vento tra le case” (1928), “Tre storie d’amore” (1931), “I Villatauri” (1935), “Ernestina” (1936), “Valentina Velier” (1950), “Storie di bestie” (1957), “Gli egoisti (1959)”.

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