Oggi più che mai va di moda sparare sui politici. Tutti ladri, tutti imbullonati alla poltrona, tutti a farsi i cazzi propri e mai quelli dei cittadini. Magari tutto vero, per carità, però trovatemi un altro mestiere in Italia dove l’ascensore sociale funziona meglio che in politica. Volete fare i giornalisti? Seguire la prestigiosa Academy di Viterbo non basta se non avete il cognome famoso o il santo nel paradiso giusto. Volete fare i calciatori? I piedi fatati non bastano se non avete qualche fatona ignorante ma potente che prenda a calci il vostro culetto santo. Volete fare l’attore, il tronista, il conduttore televisivo o la soubrette? Se non avete il cognome giusto, quello che dovete fare col vostro culetto santo lo sapete già. Ma se volete fare il politico, potete riuscirci anche senza avere natali illustri o senza appartenere ai giri giusti. Basta, per così dire, il talento.
Prendete il senatùr Umberto. Non Bossi, che ormai è bollito, ma il nostro Fusco, il marito della Felicetta. L’astro nascente della politica viterbese. Serviva la carbonara a tavola, è passato dalla parannanza al laticlavio. In quale altra professione sarebbe potuta accadere una roba del genere? A kind of magic, cantavano i Queen. Fusco, che la Viterbo bene, quella con la puzza sotto al naso, guardava fino a qualche mese fa come un fenomeno di costume, oggi è stato improvvisamente promosso a statista e a stratega politico. Tanto da permettersi pure il lusso di fare lo schizzinoso: decide lui chi sale e chi scende dal Carroccio del vincitore, ha dichiarato a un giornale locale. Il merito di Umbertone? La fede. La fede cieca in San Matteo Salvini, che è riuscito nel miracolo di trasformare la Tuscia dall’estremo lembo nordico di Terronia a una propaggine della Padania. Basta quindi con la lagna dei cervelli in fuga. Se avete cervello invece di fuggire buttatevi in politica e prendete esempio dal senatùr alla carbonara. Se c’è riuscito lui potete riuscirci anche voi. Altro che americano: il vero sogno è quello padano.

