“Un inaccettabile attentato alla vita dei cittadini”.
Non usa giri di parole Paola Celletti (Lavoro e beni comuni) per definire l’ultima scure che si è abbattuta sulla sanità viterbese: la trasformazione dal primo febbraio degli ospedali di Ronciglione e Montefiascone in strutture ambulatoriali.
“Dopo la soppressione totale o parziale di alcuni ospedali della provincia, con la 2447 della Asl di Viterbo del 28/12/2018 – pubblicata da qualche giorno e attiva dal prossimo mese – il governo regionale del ‘progressista’ Zingaretti procede con la chiusura dei primo intervento di Ronciglione e di Montefiascone, riducendo così a meri ambulatori quelli che prima erano veri e propri Pronto Soccorso.
Questi, infatti, non solo saranno aperti unicamente in orario diurno (ore 8 – 20), ma non potranno accogliere i casi più urgenti e gravi, dovendo limitarsi ad assistere solo i ‘codici bianchi’ e i ‘codici verdi’.
Chi – dal prossimo febbraio – si troverà in serio pericolo di vita dovrà ‘accontentarsi’ di chiamare il servizio 118, o la guardia medica. Oppure, dall’Alta Tuscia o dai Cimini, provare a raggiungere il Pronto Soccorso di Viterbo, peraltro sempre più intasato”.
Secondo Paola Celletti non si tratti di una semplice riorganizzazione interna del servizio ma un secco ed ulteriore arretramento del Sistema sanitario nazionale sul nostro territorio.
Pesanti le conseguenze: “In un contesto come quello dell’ospedale Belcolle, in cui la carenza dei posti letto e l’insufficienza del pronto soccorso hanno raggiunto livelli drammatici, questa delibera rappresenta l’ennesimo colpo di scure al servizio pubblico: un inaccettabile attentato alla vita di tutti i cittadini. O almeno – conclude la Celletti – di quelli che non possono permettersi di accedere alle strutture private”.